Brexit non più dubbi... Abbiamo il DEAL!

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L’accordo sulle relazioni post Brexit fra UE e Gran Bretagna è stato siglato il 24 Dicembre, il giorno della Vigilia di Natale, e probabilmente entrerà in vigore il 1° gennaio 2021. David Sassoli, presidente dell’Eurocamera, ha garantito che verrà esaminato durante queste feste natalizie per essere votato a inizio anno nuovo.

I capi di Stato esultano, dalla Merkel a Conte, Johnson afferma: “Accordo raggiunto. Il più grande mai fatto”. Meno felice il politico francese Michel Barnier: “Oggi è un giorno di sollievo, ma anche di tristezza”, che dal 2016 intuisce che ci saranno effetti negativi.

Va in fumo l’incubo No Deal

Sono passati quattro anni e mezzo da quando l’Inghilterra decise di uscire dall’unione Europea, ma ciò non doveva comportare né conseguenze traumatiche né avrebbe dovuto portare ulteriori agitazioni.
Non ci sarà nessun caos doganale, nessuna guerra di dazi, ma una collaborazione fra l’isola e il resto d’ Europa per quanto riguarda i settori della sicurezza e della ricerca scientifica, sopratutto nell’attuale emergenza Covid-19.

“Valeva la pena lottare perché ora abbiamo un accordo equo ed equilibrato con il Regno Unito, che proteggerà i nostri interessi europei, garantirà una concorrenza leale e fornirà la prevedibilità necessaria per le nostre comunità di pescatori”.

Dopo il Recovery Found e il bilancio UE, Ursula Von Der Leyen, presidente della commissione europea, soddisfatta per aver raggiunto nel 2020 il terzo accordo. E anche Johnson ne è stato estremamente felice in quanto si era visto chiudere le porte del mercato commerciale e per via del Coroavirus anche quello turistico.

Dettagli sul testo

Il testo, di 2000 pagine, dopo un anno di trattative è stato il più grande trattato di libero scambio, primo atto bilaterale “zero dazi zero quote”.
I cambiamenti saranno necessari e inevitabili, in primis terminerà la libertà di giungere in Gran Bretagna senza il visto, poi tornerà dopo più di quarant’anni il pieno controllo sulle acque, (la prima volta dal 1973); la Gran Bretagna, avrà il pieno controllo sulle risorse idriche, quindi sulla cattura dei pelagici e sulla possibilità dei pescherecci europei di entrare nelle loro acque.
Ci sarà un fermo sul programma Erasmus per gli studenti, ma la Merkel è convinta che sia solo l’inizio di una grande collaborazione fra il Regno Unito e il resto d’Europa per i cittadini e le imprese.
Intanto, il leader degli scissionisti scozzesi, Nicola Sturgeon, pensa già alla Scozia, come nazione europea indipendente. Da un suo tweet:
"La Brexit arriva contro la nostra volontà. È tempo che la Scozia diventi una nazione europea indipendente".

E a questo punto che succede?

Come si sono posizionati gli investitori in attesa di questo momento?
A fare le spese di questa lunga trattativa è stata soprattutto la sterlina che è calata sia contro euro che contro dollaro.
I titoli bancari inglesi e la borsa hanno avuto anche loro un brutto momento.
I titoli di Stato britannici invece sono stati acquistati, questo perché l’obbligazionario a 10 anni britannico (GILT) è sceso e quindi il prezzo che si muove in direzione contraria è salito.
Questa sembra apparentemente una contraddizione.
La Brexit non sta spaventando gli investitori che anziché aumentare la fuga di capitali hanno comprato titoli britannici.
Questo fa pensare che le aspettative saranno per un atteggiamento più accomodante della BOE Bank of England ora che la Brexit è un fatto compiuto.
Il costo del denaro che attualmente è allo 0,75%, è quindi secondo i mercati destinato ad abbassarsi.
Per il momento il giudizio sulla Brexit da parte dei mercati è complessivamente negativo, altrimenti non avremmo visto la valuta britannica svalutarsi, ma non così tanto da creare panico rispetto al problema paese Regno Unito ed infatti l’obbligazionario viene acquistato.
Questo trova ulteriore conferma nella svalutazione dei titoli bancari britannici,
• HSBC
• Royal Bank of Scotland
• Standard Chartered Bank
• Barclays plc

perché ovviamente l'aspettativa di tassi più bassi diminuirà i margini di guadagno del settore creditizio per eccellenza.
Comunque, una sterlina più bassa non è un male per le società della Borsa londinese, in quanto la maggior parte di loro sono tutte indirizzate verso l'export.
E questa svalutazione aumenta la competitività dei prodotti.
Comunque, la borsa inglese è il più grande contenitore di multinazionali e quindi investendo su Londra praticamente si investe su tutto il mondo:
• Royal Dutch Shell
• BP
• Rio Tinto Group
• Anglo American plc
• British American Tobacco
• Tesco
• Diageo

Siamo all'inizio di una nuova era Io credo che il Regno Unito d'ora in avanti terra beneficio da questa sfida.

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