E i mercati festeggiano. I futures sul mercato USA sono nuovamente in rialzo. Gli operatori stanno completamente ignorando i rischi connessi alla diffusione del virus e si stanno focalizzando sui segnali positivi che provengono dai dati macro in USA e dal pronto interventismo delle autoritaâ.
Ma câeâ da stare tranquilli? MAI. La parola âtranquilloâ purtroppo non fa parte del nostro mestiere.
Alcune case di brokeraggio stanno giaâ mettendo in guardia i propri clienti da un atteggiamento troppo rilassato e ottimista degli operatori.
Eâ il caso di Citigroup che in un report emesso ieri mostra tutte le proprie preoccupazioni riguardo allâeccessivo entusiasmo dei propri clienti. Stando ad un sondaggio interno, tutti i clienti sarebbero disposti a comprare sugli storni, ad indicazione che il mood eâ particolarmente positivo e che nessuno âvuole perdersi il rallyâ.
La preoccupazione di Citigroup nasce dal fatto che âtutti sono positiviâ, che in pochi sono coperti dal rischio downside e che gli effetti negativi della diffusione del coronavirus non sono ancora stati messi dentro le stime di utile. In sostanza i mercati vedono una picture che non rispecchia pienamente la realtaâ.
Di un avviso simile JPMorgan. Anche i loro strategyst hanno mostrato una view cauta nella giornata di ieri.
Essi hanno ridotto di 2 punti percentuali la sovraesposizione sul mercato azionario a favore di quello dei corporate bonds che prima della variazione era sottopesato del 7% e diventa sottopesato del 5%. Questo shift di asset allocation si basa sulla necessitaâ di prezzare il rischio che si possa assistere ad un aumento dei casi di infezione una volta in cui le fabbriche in Cina dovessero riaprire i battenti. Impatto negativo si avrebbe anche qualora la chiusura delle stesse venisse prolungata per scopi cautelativi.
Ma câeâ un altro elemento che potrebbe dare un segnale di cautela. Stiamo assistendo ad una rotazione importante sul mercato azionario. I titoli con momentum vengono sostituiti dai titoli value.
Il gap di performance registrato nella giornata di ieri eâ stato molto significativo.
La differenza di performance tra i titoli value (caratterizzati da valutazioni piuâ interessanti) e i titoli momentum eâ stata superiore ai 5 punti percentuali. Il tracker dei âmomentum portfoliosâ che vendono i titoli con momentum ribassista e comprano i titoli con momentum rialzista eâ sceso del 2.2% nella giornata di ieri. Questo indica un processo di chiusura delle posizioni. Tale Unwind spiega anche il sell off su Tesla. Al contrario, lâindice dei titoli value eâ salito del 3%.
Solitamente tali movimenti sono particolarmente penalizzanti per le performance dei fondi hedge data la loro nota esposizione alle strategie di momentum. Tuttavia, questa volta essi dovrebbero uscirne meno colpiti dato che, stando alle statistiche di Morgan Stanley, la loro esposizione verso le strategie di momentum e i growth stock eâ andata via via riducendosi negli ultimi mesi toccando ora i minimi degli ultimi 5 anni.
Il passaggio da strategie di momentum a strategie value puoâ essere letta come un âammissioneâ da parte del mercato che alcune quotazioni dei titoli momentum abbiano raggiunto ormai dei livelli di valutazione troppo tirati e sia piuâ prudente spostarsi su titoli con meno momentum ma con valutazioni piuâ reasonable.
Il caso Tesla insegna.
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