CME_MINI:ES1!   สัญญาซื้อขายล่วงหน้า เอส&พี 500 E-mini
▼ REPORT Mercati finanziari ▼
Il 2023 è iniziato con i migliori propositi, certo, ma le rosee #aspettative sono state sostenute dai #dati confortanti – il mese di gennaio ha infatti registrato un buon andamento per i principali indici azionari, soprattutto in #Europa (#Eurostoxx a +9,3%) e nelle economie emergenti (MSCI Emerging Markets a +7,9%); queste ultime trainate dal grande rimbalzo cinese (+12,3% del MSCI China). Tra i #listini del Vecchio Continente si sono distinti quello italiano (+12,7% il FTSE MIB) e spagnolo (+10,3%), seguiti da Francia e #Germania (+9,5% il CAC40 e +8,6% il DAX). Più contenuto il recupero di Stati Uniti (S&P 500 a +6,3%), #Giappone (Nikkei 225 a +4,7%) e Gran Bretagna (+4,3% il FTSE 100).
Dopo i picchi #record dell’anno appena trascorso il #prezzo del #gas naturale europeo ha continuato a scendere nelle recenti settimane, riportandosi sotto quota 60 euro/MWh, ovvero sui minimi da settembre 2021. La discesa del gas continentale ha dissipato i timori di una crisi energetica e conseguenti razionamenti o ripercussioni a livello produttivo/industriale; complice in tal senso anche il clima favorevole, con l’#inverno mite a determinare un livello elevato di scorte.
Da noi restano l’incertezza geopolitica, limitazioni delle condizioni finanziarie delle #famiglie e una pressione inflazionistica ancora tenace, elementi che concorrono a frenare #spesa e #produzione. Eppure ci sono degli elementi che fungono da contrappeso: i “colli di bottiglia” nelle catene produttive si stanno man mano risolvendo, i salari aumentano e si registra un’ottima tenuta del #mercato del #lavoro. Poi risulta comunque migliore delle attese (-0,1%) la modesta crescita a +0,1% del #PIL nell’Eurozona.
Tornando all’#inflazione, a gennaio per il terzo mese consecutivo è proseguito il calo del valore complessivo, sino all’8,5% dal picco di 10,7% toccato ad ottobre. Un esito tuttavia da imputare principalmente alla succitata discesa dei #prezzi energetici, non è un caso che il dato core si attesti stabile sulla cifra #record del 5,2%. Da qui l’approccio implacabile della #BCE, che nella riunione datata 2 febbraio annuncia l’innalzamento dei tassi di riferimento di ulteriori 50 punti base e mostra l’intenzione di attuare una mossa simile anche nel meeting di marzo. Cautela.
In #USA il presidente della Federal Reserve Jerome #Powell ha riconosciuto l’avvio di un processo di disinflazione, pur ribadendo la necessità di maggiori conferme/progressi affinché la #Fed possa ritenersi soddisfatta dell’efficacia dei propri interventi.
Potremmo riassumere che il recupero evidenziato sino a febbraio è significativo. Sono probabili imminenti pause nel rialzo dei tassi da parte della #Banche Centrali. Prematuro risulta parlare invece di tagli e “pivot” .
La percezione degli #investitori sul quadro macroeconomico appare quindi decisamente migliorata se rapportata a qualche mese fa. La solida tenuta dell’#economia globale e i chiari segnali di decelerazione dell’inflazione sembrano aver sortito effetti sull’umore generale. Con prospettive incoraggianti non resta che attendere inneschi cruciali.
Al mese prossimo!

Dott. Rossiello Donato
Consulente e Coach Finanziario
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