Le quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno registrato una seduta caratterizzata da segni misti. Dal report pubblicato ieri da Automatic Data Processing (ADP) è emerso che le buste paga private negli Stati Uniti sono cresciute di 103.000 unità a novembre, al di sotto delle 106.000 unità riviste al ribasso di ottobre e delle 130.000 unità stimate. Con il mercato del lavoro in frenata anche l’inflazione dovrebbe continuare a evidenziare segnali di rallentamento e di conseguenza la Fed potrebbe iniziare il taglio del costo del denaro prima del previsto (i mercati si aspettano 5 tagli per un totale di 125 punti base nel 2024). Il focus passa quindi a domani, quando saranno pubblicati i dati del mercato del lavoro degli Stati Uniti, come di consueto alle 14:30. Gli operatori si aspettano una crescita delle buste paga non agricole di 200mila unità, il tasso di disoccupazione è atteso stabile al 3,9%, mentre il salario medio orario è visto al 4%, in calo dal 4,1%. I dati saranno particolarmente monitorati dalla Fed, mentre si avvicina la riunione di politica monetaria (12-13 dicembre). Oggi invece a catalizzare l’attenzione degli operatori sarà il PIL dell’Eurozona relativo al terzo trimestre 2023. Su base sequenziale il dato è atteso in contrazione dello 0,1% e in crescita della stessa cifra su base annuale. Ricordiamo che dall’ultimo Economic Outlook dell’OCSE è emerso che le economie avanzate sperimenteranno un rallentamento della crescita a causa dei tassi elevati. Riguardo l’Eurozona nello specifico, il PIL crescerà dello 0,6% quest’anno, dello 0,9% il prossimo e dell’1,5% nel 2025.