✚ Ancora solidi dati macro negli Usa, ma inflazione e tassi restano minacciosi. ✚ I consumi rallentano in Europa: le famiglie reagiscono all’inflazione. ✚ Opec+ decide a sorpresa aumento delle produzioni: sollievo per I prezzi? ✚ Rendimenti dei Governativi allarmanti: BTP a +3,33%! Spread a 207 bps.
Ieri, 2 giugno, festa della Repubblica Italiana, ma Borse aperte e con una discreta intonazione. A dare una mano, l’esito della riunione dell'Opec+ (cartello dei 13 maggiori esportatori+partners), dove Arabia Saudita e Russia hanno supportato la proposta di un aumento della produzione mensile del +50% superiore allo standard dei mesi scorsi: +648 mila (da 432) barili/giorno, nei mesi di luglio ed agosto.
I maggiori mercati azioanari europei hanno superato la debolezza di fine giornata di mercoledi’ 1, innescata dalla profezia di una recessione globale formulata da Jamie Dimon (CEO di Jp-Morgan) che aveva parlato di un "uragano" incombente sull'economia Usa.
Cosi’ Milano e’ salita +0,6%, Parigi +1,3%, Francoforte +1,0%. Londra era invece chiusa, e lo sara’ anche oggi, 3 giugno, per il giubileo della Regina.
Molto erratica nelle fasi iniziali, Wall Street ha preso il volo nella parte finale della seduta: Dow Jones +1,3%, S&P500 +1,8%, Nasdaq +2,7%. I dati macro Usa ieri hanno testimoniato una persistente forza dell’economia: le nuove richieste settimanali di sussidi di disoccupazione sono calate di 11 mila a 200 mila, contro attese di 210 mila. Il settore privato ha creato 128 mila posti di lavoro (fonte ADP).
Piuttosto deludente, restando negli Stati Uniti, il dato dei “factory orders” (ordini alle imprese manifatturiere) di aprile, cresciuto del +0,3 % contro il +0,7% previsto ed il +1,8% di marzo. Secondo il report Dallas Fed Manufacturing Index, siamo ancora lontani dalla normalizzazione delle supply chains (catene di fornitura), che soffrono tuttora dei colli di bottiglia dovuti alla pandemia.
Tuttavia, e’ ancora una volta l’elevata inflazione a catalizzare l’attenzione degli investitori: nell'area Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) è salita al +9,2% ad aprile 2022, dal +8,8% di marzo, sostenuta dai prezzi del cibo (+11,5% dal +10,0% di marzo) e dei servizi.
Purtroppo c’e da temere una nuova accelerazione a maggio, sia in Europa che negli Usa, che potrebbe spingere le Banche Centrali ad un rapido aumento dei tassi.
Non mancano le opinioni dissonanti su questo tema, cioe’ quelle di chi e’ convinto che la Fed proseguirà nel suo programma di normalizzazione monetaria, sgonfiando il proprio attivo pieno di bond e aumentando i tassi, ma in maniera graduale e opportunistica.
Fuori da Europa e Usa, segnaliamo che il Governo cinese agisce per il rilancio della crescita economica, ancora colpita dal Covid nei mesi di marzo, aprile e maggio. Le banche a controllo statale sono state invitate a concedere prestiti per oltre 110 miliardi di Euro per sostenere gli investimenti pubblici infrastrutturali.
Ucraina: per una volta non parliamo di guerra, ma di brusca stretta monetaria. La Banca Centrale dell'Ucraina (Nbu) ha alzato il costo del denaro dal 10 al 25%, ai livelli più alti dal 2015, a partire da domani, 4 gugno, al fine di contrastare l'inflazione (+17% annuo a maggio) e dare supporto alla Hryvna (valuta nazionale).
Il calendario dei dati macro diventa sempre piu’ cruciale nell’attuale contesto iper-inflattivo e di crescita compromessa: tra i numeri in uscita oggi, ore 14.30 CET, negli Stati Uniti, sono cruciali quelli di maggio sui non-farm payrolls.
Gli occupati del settore non agricolo sono attesi a 320 mila, ed il livello di disoccupazione, che dovrebbe confermate i minimi storici, attorno a 3,5%: alle 16.00 CET, sempre negli Usa, occhi aperti sull'indice ISM non manifatturiero (servizi), previsto ancora in espansione attorno a 56,5.
Non si placa la corsa al rialzo dei rendimenti delle obbligazioni governative europee: il rendimento Btp decennale italiano e’ salito a +3,33% e quello dell’omologo Bund tedesco a +1,26%, per uno spread che si allarga sino a 207 punti base (ore 13.30 CET). Piu’ tranquillo il Treasury 10 anni Usa a +2,92%.
Una parziale revisione “risk-on” dei mercati finanziari ha favorito il recupero di valore dell’Euro, tornato sopra la soglia di 1,072 Dollari e 139 contro Yen giapponese. “Leggiamo” attorno a 129,8, comunque vicino ai minimi storici per la divisa giapponese, il cross Dollaro/Yen. (ore 12.30 CET).
Stamattina, 3 giugno, abbiamo registrato un andamento molto eterogeneo per le Borse asiatiche: in Cina Governo e Banca Centrale “stimolano e finanziano” la ripresa, ma tutta l’area sente la minaccia di un’inflazione globale troppo alta che sta causando un rallentamento nelle aree economicamente sviluppate del Mondo.
In sintesi, il Nikkei giapponese ha perso -0,2%, l’Hang Seng di Hong Kong -1%, mentre i listini della “continental China” avanzano: Shanghai +0,4% e Shenzhen +0,7%.
Avvio positivo, ma con successivo ripiegmento, per i maggiori listini europei, che a fine mattinata conservano solo un marginale progresso del +0,2%, su cui pesa anche la chiusura di Londra e l’indebolimento dei futures su Wall Street, che anticipano aperture negative attorno al -1%. (ore 14.00 CET).
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