Meeting FED di mercoledi’ 20: tassi fermi, ma attenti alle parole di Powell.
Prezzo petrolio sempre piu’ su’: WTI supera 90 US/brl, male per inflazione.
Un paio di dati macro cinesi positivi: torna la speranza nella ripresa...
Prezzi alla produzione (PPI) Usa in risalita, ma trend di fondo e’ in calo.


L’economia cinese non brilla come si sperava, ma sfoggia qualche indicatore in recupero, come quelli della produzione industriale e delle vendite al dettaglio, che ad agosto sono cresciuti oltre le attese: intanto la Banca centrale continua ad iniettare liquidita’, venerdi’ 34 miliardi di Yuan al 1,95%, per sostenere i mercati.

Questo paio di notizie positive, dopo quelle negative delle settimane passate, hanno dato sostegno ai listini nella seduta di venerdi’ 15, ed i particolare alle azioni del lusso. Le borse europee hanno chiuso positive, sebbene sotto ai massimi di giornata: Milano si e’ fermata a +0,08%, Francoforte +0,57%, Londra +0,47%, Parigi +0,96%.

La settimana della riunione dell’ECB (Banca centrale Europea-BCE) si e’ chiusa inaspettatamente bene, con Londra +3,1%, Milano +2,3%, Madrid +2,0%, Parigi +1,9% e Francoforte +0,9%. La Presidente dell’ECB Christine Lagarde, dopo il nuovo rialzo del “repo-rate” al massimo storico del 4,0%, ha lasciato capire che la lunga serie di rialzi potrebbe essere conclusa.

Cina: la produzione industriale è salita ad agosto del +4,5% annuale e le vendite al dettaglio del +4,6%: entrambe hanno battuto le stime degli analisti. Scende la disoccupazione urbana, al 5,2% dal 5,3% di luglio, al minimo da 16 mesi. Gli investimenti fissi dei primi 8 mesi 2023 rallentano a +3,2% annuo, dal +3,4% del periodo gennaio-luglio: ancora negativo, -8,8% annuo, il comparto costruzioni.

Quella di venerdi’ 15 e’ stata una seduta bizzarra, poi chiusa male, per Wall Street, che ha annullato i progressi della vigilia: Dow Jones -0,8%, S&P500 -1,2%, Nasdaq -1,6%. Hanno sofferto le azioni dei semiconduttori dopo un “lancio” (headline) di Reuters secondo cui Taiwan Semiconductor avrebbe chiesto ai maggiori fornitori di ritardare la consegna di attrezzature per produrre chip ad alte prestazioni.

A settembre la fiducia dei consumatori Usa è calata per il 2’ mese consecutivo, pur in presenza di previsioni economiche e sulll’inflazione lievemente migliorate: il Consumer Sentiment Index calcolato dall'Università del Michigan è sceso a 67.7 da 69,1 di agosto.

Ad agosto, i prezzi all'importazione negli Usa sono saliti +0,5% su luglio, l’aumento mensile piu’ forte da maggio 2022, e sopra le attese di +0,3%. I prezzi dei prodotti energetici sono aumentati +6,5% mensile, mentre quelli “non petroliferi” sono rimasti stabili. Su base annuale, “ci consoliamo” con una discesa del -3,0%: i prezzi all'esportazione sono aumentati +1,3% mensile, ma segnano -5,5% annuale.

Mercoledi’ 20 la Banca centrale Usa (Federal Reserve-FED) dovrebbe lasciare i tassi invariati al 5,25%-5,50%, al massimo da 22 anni, e per novembre il quadro e’ incerto.

Italia: ad agosto 2023, secondo le stime Istat (Istituto nazionale di statistica), l'inflazione al consumo (CPI) ha registrato una decelerazione a +5,4% annuo, da +5,9% di luglio: al contrario, in Francia risulta in accelerazione da 5.1% di luglio a +5.7%.

La settimana si apre negativamente per le Borse europee, assieme alle chiusure incerte di quelle di Asia e Pacifico, dove segnaliamo la chiusura di Tokyo per celebrare la giornata degli anziani: Seoul -1,0%, Taiwan -1,3%, Hong Kong -1,7%, Mumbai -0,3%. Positive Shanghai +0,3% e China A50 +0,9%.

In Cina sono stati arrestati alcuni dirigenti dell'unità “wealth management” di Evengrande. Le accuse non sono note, ma e’ comunque una nuova luce negativa sulla crisi finanziaria dell’ex leader dell’immobiliare cinese, le cui azioni hanno perso fino a -25% per poi recuperare.

La settimana sara’ vissuta nell’attesa e nella successiva “metabolizzazione” delle decisioni della FED, con gli analisti che prevedono una pausa al rialzo dei tassi: sara’ molto utile “decifrare” la narrativa del Chairman Powell.

Preoccupa, per gli ovvi impatti sull’inflazione, la corsa al rialzo del prezzo del petrolio, ai massimi da 10 mesi: gli operatori temono un deficit di offerta nel 4’ trimestre, dopo i tagli all'offerta decisi da Arabia Saudita e Russia: il WTI (greggio di riferimento Usa) stamane sale +0,8% a 91,5 Dollari/barile.

Quello del gas naturale europeo scende invece oltre -6% a 34,1 Euro/megawattora.
Dopo l’impennata della scorsa settimana fin oltre 40 Eur/Mgwh, il prezzo e’ in balia degli scioperi in Australia, che creerebbero ammanchi di offerta, e dell’aspettativa di una domanda autunnale debole, sia per fattori meteo che per l’economia globale fiacca. Le riserve di gas naturale in Europa sono piene al 94% circa.

Sul mercato valutario, l'Euro continua ad indebolirsi verso Dollaro Usa, scendendo ai minimi da marzo a 1,065: l’Euro scambia a 157,4 verso Yen (da 157,8 di venedi’ 15), mentre il cross Dollaro-Yen segna 147,6.

Sulla forza della valuta Usa stanno incidendo i dati sui prezzi alla produzione (PPI) di agosto che rivelano un'inflazione “generale” più alta del previsto, sebbene il dato “core”, depurato dalle componenti più volatili (alimentari ed energetici) confema il trend di graduale calo.

Pur senza “strappi” rilevanti prosegue l’aumento dei rendimenti dei titoli governativi europei: il BTP decennale italiano “benchmark” rende stamane 4,49% mentre si allarga anche lo spread con l’omologo Bund tedesco, fino a 179 bps.

I futures sui maggiori indici di Wall Street anticipano riaperture leggermente positive, in media +0,2% rispetto allo “scivolone” di veneredi scorso. (ore 12.45 CET).

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