WisdomTree - Tactical Daily Update - 26.01.2023

La riapertura dell’economia cinese alimenta speranze di crescita globale.
Obbligazionario tranquillo, attende le mosse di ECB e Federal Reserve!
Chiaro-scuro dalle trimestrali Usa, ma reazioni comunque composte.
Tensione alle stelle con la Russia: da Usa ed Europa nuove armi all’Ucraina.

Wall Street ha chiuso ieri, 25 gennaio, praticamente invariata grazie ad un prodigioso recupero nelle ultime 2 ore di scambi, confermando che al momento non c’e’ alcuna voglia di prendere profitto dai progressi maturati dall’azionario negli ultimi 3 mesi: Dow Jones +0,03%, S&P500 -0,02%, Nasdaq -0,18%.

Il lsitini europei, meno impattati dalla “reporting season”, che inizia concretamente la prossima settimana, hanno confermato il solido trend delle prime settimane del 2023, recuperando sul finale l’apatia iniziale: Milano -0,03%, Parigi -0,09%, Francoforte -0,08%, Amsterdam -0,68%.

A ben vedere alcuni report Usa sul 4’ trimestre 2022 non brillano: Microsoft descrive prudentemente la prospettiva 2023 e Boeing (leader globale dell’aero-spaziale) ha registrato una perdita, per oneri “una tantum”, pari a 1,75 Dollari/azione, contro attese di 17 cents.

Asml (holding olandese “globale” dei semiconduttori) e’ ottimista sul 2023, ma ha deluso sui margini nell’ultimo trimestre. Texas Instruments vede domanda debole su tutti i mercati eccetto l’automobilistico: IBM, Chevron e ServiceNow hanno mancato le stime e le loro azioni sono scese ma, in generale, i messaggi di cautela non hanno prodotto il calo dei prezzi delle relative azioni che era lecito aspettarsi.

A Wall Street chiusa, Tesla è rimbalzata fino +5% dopo che i numeri del 4’ trimestre hanno superato le attese per ricavi e utili. Il suo fondatore Elon Musk punta a 2 milioni di auto vendute nel 2023 o, al piu’ tardi, nel 2024.

La prospettiva della riapertura cinese e’ incoraggiante e potrebbe dare una mano alla risalita della domanda globale di materie prime, di componenti e di servizi, ma anche rappresentare un fattore nocivo alla dinamica dell’inflazione, la “bestia nera” che da oltre 1 anno le banche centrali combattono a suon di rialzo dei tassi.

Non stupisce che, passo dopo passo, l’indice MSCI Asia Pacific sia risalito ai livelli dall'aprile scorso, trainato dagli indici continentali cinesi che hanno segnato 4 settimane consecutive di rialzi prima di chiudere questa settimana per festeggiare il capodanno lunare.

Macro europea: in Germania, a gennaio, l'indice Ifo (misura la fiducia degli imprenditori) e‘ salito a 90,2 punti da 88,6 di dicembre, al livello piu’ alto da 7 mesi e con un progresso considerevole delle “aspettative” salite a 86,4 da 83,2.

In Italia l’Istat (Istituto nazionale di statistica) comunica che a gennaio e’ calato l'indice di fiducia dei consumatori, da 102,5 a 100,9, ma e’ migliorato quello delle imprese, da 107,9 a 109,0, per il 3’ mese consecutivo ed ora sopra la media 2022.
Spostandoci negli Usa, sono di grande rilevanza i numerosi dati attesi per oggi, 26 gennaio: GDP (prodotto interno lordo) annualizzato del 4’ trimestre, ordini di beni durevoli di dicembre, vendite delle nuove case e richieste settimanali di sussidi di disoccupazione.

Sul fronte politico internazionale si registra un inasprimento della guerra in Ucraina: gli Stati Uniti hanno deciso di fornire al paese aggredito un “numero significativo” di carri armati Abrahams, mentre il Governo tedesco ha rimosso il veto alla Polonia all'invio dei carri Leopard2 e si appresta ad inviarne di propri. Olanda, Francia, Regno Unito ed altri Paesi europei forniranno altro armamento pesante.

Inflazione e Banche centrali: in Australia l'inflazione e’ salita nuovamente a gennaio, a +7,8% annuale, massimo da 33 anni, alimentando il timore che la Reserve Bank possa decidere nuovi aumenti dei tassi, mentre ieri la Bank of Canada ha alzato i tassi di +0,25% a 4.50%, pur annunciando una “pausa” per misurare l'impatto prodotto su economia reale ed inflazione dei recenti ripetuti aumenti.

La mossa canadese avvalora l’ipotesi che nella prossima riunione delle Federal Reserve-Fed (Banca centrale Usa) del 1’ febbraio possa emergere qualche “ammorbidimento”.

Nel frattempo il mercato obbligazionario e’ stabile, consolida i recenti cali dei rendimenti (il Tresury 10 anni rende nuovamente meno del 3,5%) ed e’ recettivo dei collocamenti, tornati numerosi soprattutto negli Usa. In Europa stamane, 26 gennaio, si osserva il calo dello spread tra BTP e Bund decennali, ora a 174 punti base, col rendimento del decennale italiano attorno a 3,9%.

L’emergenza energetica pare, almeno per il momento, superata: la violenta discesa del prezzo del gas natural europeo sotto 60 Euro/megawattora (aveva toccato 300 a giugno 2022) si combina con la stabilita’ di quello del petrolio attorno a 80 Dollari/barile (WTI, greggio di riferimento Usa).

Mercato valutario: Il Dollaro Usa resta debole contro le maggiori valute di scambio globale: verso Euro supera 1,09 e verso Yen giapponese segna 129,6.

In Asia, con le Borse cinesi ancora ferme per il capodanno lunare, troviamo Tokio stabile, -0,12%, ed Hong Kong frizzante, +2,12%, trascinata dal forte recupero del comparto tecnologico. Debole Mumbai, -1,25%.

A fine mattinata di oggi, 26 gennaio, prevale il segno positivo, in media +0,7%, per le Borse europee: i futures su Wall Street preludono a riaperture in rialzo medio di +0,6%. (ore 13.00 CET)

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