Indici azionari globali vicino ai massimi: fiutano di nuovo il taglio tassi. I recenti dati macro Usa descrivono una crescita indebolita: bene per l’inflazione. Segnali di ripresa della manufattura e dell’export cinese: bene! Nuove schermaglie commerciali tra Cina ed Usa, ma il dialogo resta aperto.
Le buone notizie sull’economia cinese, ed in specifico quelle sulle esportazioni che ad aprile aumentate +1,5% annuale ribaltando la negativita’ di -7,5%, di marzo, hanno favorito una nuova seduta positiva per i mercati azionari globali.
Come previsto, sia la decisione della Banca d’Inghilterra di non tagliare i tassi, pur riconoscendo il calo dell’inflazione, che quella della Svezia di tagliarli per la 1’ volta dopo 8 anni, non turbano gli investitori, che scrutano l’andamento dell’inflazione in Europa e Stati Uniti per immaginare le future mosse delle loro Banche centrali.
Dagli Usa, peraltro, sul tema dei tassi non mancano mai inviti alla prudenza: ieri Susan Collins della Federal Reserve di Boston ha rimarcato che i tassi dovranno restare alti, cioe’ ai massimi da 20 anni, per più tempo, per raffreddare l’inflazione, usando una narrativa simile a quella di Neel Kashkari e Tom Barkin, rispettivamente Presidente della Fed regionale di Minneapolis e di Richmond.
Milano, +0,5%, ha chiuso in rialzo la 4’ seduta consecutiva, un trend comune a quello delle altre maggiori Borse europee: Francoforte +1,1%, Parigi +0,7%, Londra +0,4%. L’unico calo di rilievo l’ha fatto segnare Madrid, -0,9%, ancora condizionata dalla volatilitaà delle azioni coinvolte nell'Opa ostile di Bbva, -6,1%, su Banco Sabadell, +3,0%.
Buona intonazione anche per Wall Street, che ieri ha visto il Dow Jones, +0,85%, far meglio di S&P500, +0,51%, e di Nasdaq +0,27%, nel giorno in cui si è registrata una nuova risalita, oltre il previsto, delle richieste settimanali di sussidi di disoccupazione Usa: 231 mila, contro attese di 212 mila e 209 mila precedenti.
Un indebolimento delle condizioni del mercato del lavoro, come noto, viene letto positivamente dai mercati, poichè alimenta la speranza che la Banca centrale Usa (Federal Reserve - FED) possa considerare un taglio dei tassi.
Negli Usa oggi, 10 maggio, verrà pubblicato il verbale dell'ultima riunione della Bce, e gli analisti sono a caccia di conferme di un 1’ taglio a giugno. A questo proposito, secondo il FedWatch Tool del Cme Group, c’è il 31% di probabilità di un 1’ taglio a luglio ed il 51% che accada a settembre.
Sul versante obbligazionario, e’ stabile lo spread tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi, attorno 134 punti base, uguale alla vigilia. Intanto, al termine della 4’ giornata di collocamento, l’offerta del nuovo BTP valore “retail” ha registrato ordini per 1,56 miliardi portando il totale a 10,26.
Macro europea: l’attività manifatturiera in Italia conferma la fase stagnante: a marzo l'indice della produzione industriale (fonte Istat-Istituto nazionale di statistica) e’ stimato in calo del -0,5% rispetto a febbraio e, nella media del 1’ trimestre, il calo e’ -1,3% su quello precedente: infine, su base annua, la flessione è 3,5%,
Il GDP (Pil) del Regno Unito, nel 1’ trimestre, è salito oltre le attese: +0,6% rispetto al +0,4% stimato, invertendo il trend recessivo della 2’ metà del 2023. La variazione annua è +0,2%, contro 0,0% previsto dal consenso.
I mercati temono l’acuirsi delle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti. Bloomberg ha riportato indiscrezioni secondo le quali il Presidente Americano Biden potrebbe presto firmare nuovi dazi sulle merci cinesi, con l’intendo di ridare slancio alla manufattura Usa e globale, e penalizzando le aziende cinesi che riceverebbero sussidi statali alterando la naturale competizione di mercato.
Intanto Pechino starebbe considerando il varo di una Legge che potrebbe esentare gli investitori individuali privati dal pagamento delle tasse sui dividendi delle azioni di Hong Kong acquistate tramite Stock Connect, incentivando l’azionariato diffuso e promuovendo la democratizzazione del possesso di azioni per investimento.
Stamane e’ prevalso l’ottimismo sulle principali Borse asiatiche, anche per un effetto di contagio con gli Stati Uniti, dopo che le richieste di sussidi per la disoccupazione superiori alle attese hanno ridato speranza alla prospettiva di un taglio al costo del denaro.
Il Nikkei giapponese ha chiuso a +0,3%, dopo essere arrivato a superare +1,0%, Taiwan +0,63%, esuberante l'Hang Seng di Hong Kong, al massimo da 2 mesi col +2,19%. Il Kospi coreano e’ salito +0,57%, piatti listini continentali cinesi: Shanghai +0,12% e Shenzhen -0,10%.
Anche in Europa si prospetta una seduta di guadagni, testimonianza del ritorno al “risk appetite” già osservato per tutta la settimana. I listini europei guadagnano in media +0,6% a fine mattina (ore 13.30 CET), mentre si attendono nel pomeriggio le minute dell’ultima riunione, ad aprile, della Banca centrale Europea. Il prezzo del petrolio torna a salire, anche per effetto dei dati incoraggianti sulla ripresa delle esportazioni e presumibilmente dell’import di greggio cinesi. Quello del Wti (West Texas Intermediate) sfiora 80,0 Dollari/barile, +1,0% da ieri. (ore 13.00 CET).
I futures su Wall Street anticipano riaperture “flat” rispetto alle chiusure di ieri, mentre si attende il dato sulla fiducia dei consumatori a maggio, stimato dall'Università de Michigan.
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