I future sull’equity Usa, sono perennemente in costante salita alla ricerca di nuovi massimi, in attesa che il dato sull’inflazione Usa, previsto per oggi pomeriggio, ci dica qualcosa di più sull’eventualità che la Fed decida di tagliare finalmente il costo del denaro nel prossimo mese di settembre. Ancora non è chiara infatti, specialmente dopo la testimonianza di Powell al Congresso e al Senato americani, l’intenzione della banca centrale, e a nostro avviso l’apparente mantra recitato dai diversi Governatori Usa, ovvero “strong and resilient Usa”, fa parte di quella retorica necessaria per non rischiare di farsi trovare impreparati nel caso di recrudescenza dei prezzi e inflazione.
Nelle contrattazioni di ieri comunque, l'S&P 500 e il Nasdaq Composite sono saliti rispettivamente dell'1,02% e dell'1,18%, raggiungendo nuovi massimi storici. Anche il Dow ha guadagnato l'1,09% attestandosi al massimo delle ultime sette settimane. Le azioni dei chip correlati all'intelligenza artificiale hanno guidato la carica, come al solito vien da dire, con forti guadagni da Nvidia (2,7%), AMD (3,9%) e Micron Technology (4%). Anche altri nomi tecnologici a grande capitalizzazione sono avanzati, tra cui Apple (1,9%), Microsoft (1,5%) e Alphabet (1,2%).
BOE RINVIA IL TAGLIO DEI TASSI?
La sterlina britannica è salita di oltre lo 0,4% a oltre $ 1,2850, avvicinandosi al suo livello più alto in quattro mesi, dopo che l'economista capo della Banca d'Inghilterra Pill ha espresso preoccupazioni sull'inflazione. Pill ha ricordato e messo in guardia i mercati, che mentre la banca centrale si sta avvicinando al taglio dei tassi di interesse, l'inflazione dei prezzi dei servizi e la crescita dei salari rimangono eccessivamente forti.
Nonostante alcuni banchieri centrali siano più inclini a tagliare i tassi, le osservazioni di Pill indicano un approccio cauto e conservativo. Di conseguenza, la Boe potrebbe anche frenare le aspettative di un imminente taglio dei tassi. E la valuta britannica ne ha tratto beneficio.
CINA, INFLAZIONE IN CALO
Il tasso di inflazione annuale della Cina è sceso allo 0,2% a giugno 2024 dallo 0,3% del dato precedente e al di sotto delle stime di mercato dello 0,4%. I prezzi dei prodotti alimentari sono scivolati per il 12° mese (-2,1% contro -2,0%). Nel frattempo, l'inflazione non alimentare è rimasta stabile (allo 0,8%), con prezzi in ulteriore aumento per abbigliamento (1,5% contro 1,6% a maggio), edilizia (0,2% contro 0,2%), sanità (1,5% contro 1,5%) e istruzione (1,7% contro 1,7%).
Allo stesso tempo, i costi dei trasporti hanno continuato a scendere (-0,3% contro -0,2%). I prezzi al consumo core, dedotti i costi di cibo ed energia, sono aumentati dello 0,6% anno su anno, come a maggio. Su base mensile invece, l'indice dei prezzi al consumo è sceso dello 0,2%, la terza volta in calo finora quest'anno, rispetto al consenso di un calo dello 0,1%.
ANCHE IN AUSTRALIA, L’INFLAZIONE CRESCE MENO
Le aspettative di inflazione al consumo in Australia sono scese al 4,3% a luglio 2024 dal 4,4% di giugno. L'ultima pubblicazione è arrivata in un contesto di allentamento della pressione sui costi dopo il picco del 2022. Detto questo, i dati più recenti hanno continuato a evidenziare un'inflazione persistente dei servizi. Nella sua ultima dichiarazione di politica monetaria, il Board della RBA ha affermato che l'inflazione sarà entro il livello obiettivo del 2-3% nel secondo semestre del 2025 e raggiungerà il punto medio dell'obiettivo nel 2026.
I responsabili di politica monetaria, hanno recentemente riconosciuto che era improbabile che ridurre l'inflazione fosse agevole di fronte all'incertezza economica in patria e all'estero. L'inflazione nominale dell'Australia si è attestata al 3,6% nel primo trimestre del 2024, il più basso in nove trimestri. Tuttavia, l'indice CPI mensile era al 4,0% anno su anno a maggio, il più alto dalla fine del 2023. Nel frattempo, l'economia è cresciuta dello 0,2% trimestre su trimestre nel quarto trimestre, il ritmo più debole in cinque trimestri.
Buona giornata e buon trading.
Saverio Berlinzani
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