Svanisce l'effetto Trump?

Le borse USA sono ancora in fase di consolidamento, con price action ridotte e movimenti contenuti, in una sessione tutto sommato abbastanza poco significativa. I dati sui prezzi alla produzione, nonostante siano usciti migliori delle attese, non sono riusciti a spostare gli equilibri, così come i numeri sul mercato del lavoro settimanali, incapaci di dare ulteriore impulso all’equity. Sta forse svanendo l’effetto post elezione della vittoria di Trump? Non lo sappiamo, certo è che il momentum di rialzo dell’equity sembra decisamente in calo.

Rimane così in gioco un’alta probabilità di taglio dei tassi negli USA a dicembre, almeno di 25 punti base. Il mercato ora attende il prossimo intervento del presidente della Fed, Jerome Powell, per ulteriori indicazioni sulle prossime mosse di politica monetaria e sulla possibile aperta polemica tra il Governatore e il neo eletto Presidente. Sul fronte degli utili, le azioni Disney sono aumentate di oltre il 10% dopo aver riportato utili e ricavi migliori del previsto. Applied Materials ha visto un rialzo del 2% prima dell'annuncio degli utili, mentre Cisco Systems è scesa di quasi il 2% poiché le sue prospettive di fatturato annuale sono state inferiori alle aspettative.

VALUTE

Sui cambi, la pressione del dollaro si è attenuata solo nel pomeriggio, quando ha aperto la sessione USA, perché fino a quel momento, il biglietto verde sembrava voler guadagnare ancora e arrivare sulle resistenze chiave di medio termine, poste a 107.00 relativamente al dollar index e 1.0450 sull’EUR/USD. Invece siamo saliti fino a 106.70 e scesi a 1.0495 rispettivamente, ma poi il mercato si è improvvisamente girato e ha permesso una correzione interessante con l’EUR/USD tornato a 1.0575 e l’indice invece sceso a 106.10.

Nella notte poi i prezzi hanno visto il dollaro tornare a salire, ma per ora solo in modo parziale. Tutti gli altri dollari hanno corretto, eccezion fatta per USD/CAD, rimasto sui massimi di periodo a 1.4060 e un USD/JPY che ha attaccato quota 156.50. Il dollaro resta favorito, ovviamente, anche se ha corso tanto e qualche correzione più rilevante sembrerebbe dovuta. Segnaliamo stamani i dati sulla seconda rilevazione del PIL della Gran Bretagna del terzo trimestre, che potrebbe spostare la price action della valuta britannica, insieme alla produzione manifatturiera. Nel pomeriggio poi occhio alle vendite al dettaglio USA, altro e unico vero market mover della giornata di oggi.

BCE, LE MINUTE

La Banca Centrale Europea (BCE) ha evidenziato la crescente necessità di tagliare i tassi, si è letto nel resoconto del meeting di novembre. Mentre è comunque prevista un'inflazione in calo, in ragione principalmente della discesa dei prezzi dell'energia, i rappresentanti del board sono apparsi ancora cauti relativamente alle pressioni inflazionistiche interne, in particolare la forte crescita dei salari e la lenta produttività del lavoro.

Nonostante le proiezioni di inflazione più ottimistiche, la BCE ha sottolineato l'importanza di raccogliere più dati prima di eventualmente apportare modifiche alla politica monetaria. I funzionari hanno sottolineato che qualsiasi decisione sui tagli dei tassi dipenderà dalle prospettive economiche e da ulteriori prove di ribasso dell’inflazione, segnalando un approccio basato sui dati.

USA, SUSSIDI DI DISOCCUPAZIONE

Il numero di persone che hanno presentato domanda di sussidio di disoccupazione negli Stati Uniti è sceso di 4.000 unità rispetto alla settimana precedente, a 217.000 nel periodo conclusosi il 9 novembre, il minimo da maggio, e decisamente al di sotto delle aspettative di mercato di un aumento a 223.000. A loro volta, le richieste di sussidio continuative sono diminuite di 19.000 unità, a 1.873.000 unità, nell'ultima settimana di ottobre.

I risultati hanno ampliato la visione secondo cui il mercato del lavoro statunitense rimane a livelli storicamente forti nonostante l'aggressivo ciclo di restringimento da parte della Federal Reserve negli ultimi trimestri, aggiungendo margine di manovra alla banca centrale per rallentare il ritmo dell'allentamento monetario qualora l'inflazione rimanesse ostinatamente elevata.

PREZZI ALLA PRODUZIONE

I prezzi alla produzione negli Stati Uniti sono aumentati dello 0,2% mese su mese a ottobre 2024, dopo un aumento rivisto al rialzo dello 0,1% a settembre e in linea con le aspettative. I prezzi dei servizi sono aumentati dello 0,3% (rispetto allo 0,2% di settembre). Su base annua, l'indice dei prezzi alla produzione è aumentato del 2,4%, rispetto a un aumento rivisto al rialzo dell'1,9% a settembre e al di sopra delle previsioni del 2,3%.

L'indice dei prezzi alla produzione core è aumentato dello 0,3% nel mese, al di sopra dello 0,2% del mese precedente e in linea con le previsioni. Il tasso di interesse core annuo è accelerato al 3,1% da un 2,9% rivisto al rialzo e al di sopra delle aspettative del 3%.

Buon trading e buon fine settimana!

Saverio Berlinzani




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