L’inflazione europea ora fa paura e pesa su prospettiva di crescita.
Aumenti dei tassi di interesse in Europa dati per scontati, gia’ da luglio.
Il Prezzo del petrolio torna a correre, dopo lo stop dell’UE al greggio russo.
Salgono ancora I rendimenti dei Governativi europei. BTP a +3,11%.

Inflazione, maledetta inflazione, che in Europa accelera a livelli mai visti da quasi 50 anni. Nell'Eurozona i prezzi al consumo hanno registrato a maggio un balzo di +0,8% mensile nel dato”headline” e +0,7 % in quello “core” cioe’ al netto di prodotti alimentari ed energia.

La variazione annuale dell’inflazione (CPI, consumer price index) sale a +8,1% dal 7,4% di aprile e quella “core” a +4,4% annuale, livello massimo per la serie storica europea iniziata nel 1998. L'aumento riguarda tutti i Paesi europei ad eccezione dell’Olanda che peraltro, nonostante la lieve contrazione di maggio, soffre di una salita annua dei prezzi ancora sopra +10%.

In Francia l'inflazione è salita da +4,8% a +5,2% secondo gli standard nazionali, e da +5,4% a +5,8% se armonizzata agli standard europei, confermando una dinamica piu’ moderata rispetto alla media europea. In Germania, a maggio, il “costo della vita” e’ salito su base annuale del +7,9%, record dal 1973.

In italia l'inflazione annuale è salita a maggio a +7,9%, da +7,4% di aprile: bisogna tornare alla fine del 1973 e inizio del 1974 per trovare livelli simili. Allora l’Italia aveva la sua valuta nazionale, la Lira, ed il periodo era poco prima della “prima crisi petrolifera”. Anche in Spagna i prezzi corrono troppo, a maggio la crescita annua ha toccato il +8,5% dal +8,3 % precedente.

Insomma, la rincorsa dei prezzi sembra fuori controllo e Governi e Banche Centrali non sembrano in grado di contrastarla. Per i mercato finanziari, l’inflazione e’ tornata bruscamente ad essere la maggior preoccupazione e cresce il numero di coloro che ritengono opportuno e probabile che la Banca Centrale Europea (ECB) si muova energicamente ed in fretta, gia’ da luglio, con un robusto rialzo dei tassi.

Non manca chi nutre dubbi sulla tempistica degli interventi restrittivi di politica monetaria: se l’economia sta rallentando da sola, e’ questo il momento opportuno, specie in Europa, per inasprire le condizioni finanziarie per famiglie ed imprese?, cioe’ la facilita’ di accedere ai prestiti e la loro onerosita’? Ai posteri l’ardua sentenza, ma e’ opinione diffusa che questa volta le Banche centrali arrivino davvero “tardi”.

La prospettiva di uno scenario di stagflazione (inflazione elevata e crescita bassa o nulla) ha determinato, ieri, 31 maggio, chiusure negative per tutte le Borse europee: Milano -1,2%, Francoforte -1,3%, Parigi -1,4%, Madrid -1,1%. Le vendite hanno interessato soprattutto titoli bancari, ciclici e tecnologici, mentre ha tenuto il comparto energy. Wall Street apatica, e senza direzione.


Relativamente piu’ solido il quadro macroeconomico degli Stati Uniti: i prezzi delle case esistenti a marzo sono cresciuti ancora e sopra le attese: qualcuno vede un picco, viste le compravendite scese in aprile in parallelo ad un aumento dello stock di case invendute.

Il Dallas Fed manufacturing index di aprile, che misura la salute delle imprese industriali texane, e’ sceso da +1,1 a -7,3, rispettando le attese negative della vigilia, mentre il Chicago PMI (Purchasing managers index) è stata l'unica indagine positive sulla manifattura dei vari Stati, mentre era stimata in leggero calo.

Muovendoci in Asia, ai dati incoraggianti emersi ieri in Cina dal PMI manifatturiero, salito a maggio a 49,6 punti dai 47,4 di aprile, si e’ contrapposto un deludente dato sulla produzione industriale giapponese.

Il calo del -1,3% mensile e’ peggiore delle stime degli analisti, e sconta il rallentamento da restrizioni Covid in Cina e la nuova impennata dei costi delle materie prime, accentuata dalla guerra in Ucraina.

Non stupisce il nuovo rialzo del prezzo del petrolio, ricaduta naturale all’accordo in seno all’Unione europea sullo stop quasi totale dell'import di greggio russo. Il prezzo del WTI (West texas Intermediate) sale anche stamane, 1’ giugno, +1,6% a 116,7 Dollari/barile.

I mercati obbligazionari rinnovano la tendenza ascendente dei rendimenti dei Governativi, conseguenza abbastanza ovvia dei nuovi dati sull’inflazione europea e delle attese di una svolta “hawkish” (da falchi) della politica monetaria dell’ECB (European Central Bank). Stamane vediamo il Bund decennale tedesco rendere +1,13%, il BTP italiano +3,11%, per uno spread di 198 bps.

Occhi puntati, nel pomeriggio, per il discorso del Presidente dell’ECB Christine Lagarde e per la pubblicazione del nuovo Beige Book della FED (Banca Centrale Usa) sullo stato dell'economia americana.

Poche novita’ sul versante valutario: l’Euro che consolida i recenti progressi sul Dollaro Usa attorno 1,071 (aveva toccato 1,04 2 settimane fa), mentre il comparto della criptovalute mostra maggior stabilita’ da una settiamana a questa parte: Bitcoin a 31.600 Dollari, +0,2%, Ethereum 1.945, -1,1% (ore 12.00 CET).

Borse asiatiche in ordine sparso: Nikkei giapponese +0,65 %, hang Seng di Hong Kond -0,56, China A -0,25%.

Listini azionari europei piatti a fine mattinata e futures su Wall Street in leggera flessione. (ore 12.15 CET)


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